intervista Francesca Farina

AVERE CURA: INTERVISTA A FRANCESCA FARINA.

Direttore Scientifico di Cascina Verde, Francesca Farina ha una formazione da psicoterapeuta particolarmente impegnata nel counseling familiare, e la sua attività all’interno della nostra struttura infatti non si rivolge soltanto agli ospiti.
 
Di che cosa si occupa la figura del Consulente Scientifico all’interno di una comunità di recupero come Cascina Verde?
 
Cascina Verde fa della multidisciplinarietà e della qualità della proposta uno dei suoi punti di forza. Il mio compito è fare in modo che le diverse anime dello staff convivano in un disegno utile, competente e di senso.
Propongo e coordino poi le attività di formazione e di ricerca perché l’intervento terapeutico sia sempre aggiornato e pronto ad accogliere le nuove sfide di ogni giorno.
Come si struttura il percorso terapeutico individuato per gli ospiti, e ci sono differenze sostanziali dovute all’età, al tipo di dipendenza o alla struttura di personalità dei vari ospiti?
Il percorso dei nostri ospiti inizia ancora prima dell’ingresso con un’accoglienza ed un attento lavoro di orientamento e motivazione da parte dell’ambulatorio in collaborazione con i servizi invianti.
Una volta entrati in Comunità, dopo un mese di accoglienza si concorda con gli ospiti una proposta terapeutica per i tre mesi successivi in cui si sceglie quali sono le priorità di cui occuparsi e con quali modalità.
Questo progetto viene scritto scritto a 4 mani con l’educatore di riferimento, comprende l’intervento di tutti i professionisti utili e viene condiviso con la famiglia e il servizio inviante.
Ogni progetto ha le proprie peculiarità.
L’età, il tipo di dipendenza e le caratteristiche di personalità sono certamente tra le variabili che maggiormente vengono prese in considerazione nella caratterizzazione del progetto.
Come vengono coinvolte le famiglie e, più in generale, gli affetti nel percorso terapeutico?
 
Le famiglie sono per noi una risorsa importante. Vengono coinvolte in ogni fase del percorso con colloqui educativi nei momenti di verifica del progetto.
Accompagniamo poi ogni famiglia con una proposta di terapia famigliare che viene costruita in base alle specifiche esigenze.
Gli ospiti inoltre mantengono con la loro famiglia dei contatti che vengono concordati e fanno parte del percorso individuale.
Questo perché è centrale per noi che ognuno trovi il suo spazio di benessere nel rispetto delle relazioni più importanti.
 
Quali sono i momenti più difficili per una famiglia che si trova a dover affrontare i rapporti con la dipendenza?
 
Spesso è difficile già accorgersi del problema. I genitori raccontano di un percorso di consapevolezza lungo e controverso. La dipendenza fa paura.
Spesso attiva sensi di colpa o, all’opposto, tende a far colpevolizzare il figlio o il contesto. E’ difficile chiedere aiuto, a volte si attivano sentimenti di vergogna o evitamento di cui è importante prendersi cura.
C’è da considerare poi che la dipendenza è un problema complesso e non sempre si trovano interlocutori competenti allungando così i tempi di presa in carico del problema quando la precocità dell’intervento è un elemento prezioso nella cura.
Noi cerchiamo di lavorare per andare oltre il bisogno di giudicare o dare colpe. Spostiamo il fuoco sul futuro accogliendo le paure di tutti e valorizzando le risorse che sempre ci sono nel sistema.
 
Hai un aneddoto particolarmente interessante che ci vuoi raccontare?
Mi viene sempre complicato pensare ad un aneddoto singolo.
Mi passano davanti agli occhi quei papà che si rendono conto di essere davvero importanti per i loro figli.
I momenti di commozione in cui si riesce a comunicare un’emozione in una famiglia poco abituata a raccontarsi.
Genitori che con orgoglio scoprono che i loro figli sono diventati grandi, sono competenti e capaci di movimenti di autonomia.
In generale è davvero fonte di stupore per me, ancora dopo oltre 20 anni di lavoro con le famiglie, vedere come ognuno di noi sappia trovare soluzioni ai problemi più complessi.
I cambiamenti avvengono quando sappiamo costruire un’alleanza con i pazienti.
Sono loro stessi che, orientati e valorizzati, si rendono conto di poter essere loro a fare la differenza e trovano un accordo sulla direzione da prendere.
Un enorme grazie a Francesca Farina. Continuate a seguire le nostre interviste in cascina, per conoscere gli operatori e le persone che rappresentano l’anima, la mente e il cuore di Cascina Verde.