LA MUSICA NELLA COMUNITÀ

La musica e la comunità

La musica nella comunità è l’articolo scritto da Maryam Hamze per il giornalino di Cascina verde, che puoi scaricare e leggere a questo link. 

 

La musica, sotto molteplici aspetti, rappresenta uno strumento potentissimo di espressione, conoscenza, comprensione, aiuto, e in certi casi  persino salvezza. È un linguaggio universale che attraversa epoche, culture e generazioni, adattandosi alle trasformazioni sociali e individuali. Così come l’essere umano è complesso e variegato, anche la musica si presenta in infinite forme: dal rap alla techno, dall’R&B alla minimal, dalla jungle alla schranz.  Per molti, la musica diventa un’ ancora, un rifugio, un modo per sentirsi vivi, compresi, ascoltati.  Non a caso, essa è presente in tutte le civiltà umane, assumendo ruoli e significati diversi: intrattenimento, rito, terapia, preghiera, lotta, aggregazione.

I benefici della musica nella terapia

Partecipare ad attività musicali aiuta a ridurre lo stress, migliorare l’umore e promuovere il benessere generale. Numerosi studi nel campo della psicologia della musica evidenziano come l’ascolto attivo o la pratica musicale possano favorire la regolazione emotiva, il rilascio di dopamina e il rafforzamento di connessioni neurali legate alla memoria, all’attenzione e alla motricità, ad esempio, cantare una ninna nanna durante la gravidanza può rafforzare il legame tra madre e figlio. Negli adolescenti, la musica aiuta nella costruzione dell’identità personale, promuovendo l’espressione di sé e facilitando l’inclusione sociale. Anche in età avanzata, l’ascolto o la pratica musicale continuano a rappresentare una risorsa preziosa per la salute mentale, la stimolazione cognitiva e il mantenimento della qualità della vita.

Nella nostra comunità, la musica è parte integrante della vita quotidiana. In particolare, uno strumento spesso utilizzato è la musicoterapia, una disciplina che utilizza la musica come mezzo terapeutico per migliorare la salute e il benessere psicofisico. La musicoterapia può essere impiegata in numerose situazioni e condizioni. Trova applicazione, ad esempio, nei disturbi neurologici e psichiatrici, come l’autismo, il morbo di Parkinson, la depressione, l’ansia, le psicosi o il recupero post-ictus.

È utile anche in presenza di disabilità fisiche o cognitive, ritardi nello sviluppo, problemi del linguaggio o della coordinazione motoria. Inoltre, può essere molto efficace in situazioni di stress, durante la gravidanza, nella terza età, nell’accompagnamento di persone in fase terminale e nei percorsi di recupero da eventi traumatici. I benefici che può offrire sono numerosi: aiuta a migliorare l’umore, ridurre ansia e stress, promuovere la creatività e l’autostima, stimolare le capacità cognitive e motorie, favorendo un benessere generale.  La sua efficacia non si limita all’ambito musicale, ma permette di raggiungere anche obiettivi relazionali, comunicativi ed emotivi che altre terapie difficilmente riescono a toccare.

La musica e le relazioni

La musicoterapia, infatti, può produrre effetti positivi in ambiti umani.come la Comunicazione, l’apprendimento, la gestione delle emozioni, l’espressione del sé e il rafforzamento delle relazioni sociali. Inoltre, può rispondere a bisogni sia fisici che psicologici, offrendo supporto concreto anche a livello cognitivo ed emotivo. La musica ha un ruolo fondamentale anche nel promuovere il benessere psichico. È noto, infatti, che l’ascolto di brani gradevoli influisce positivamente sulla regolazione del battito cardiaco, della respirazione e della pressione sanguigna.

Il rapporto tra musica e dipendenza da sostanze è delicato e sfaccettato. Da un lato, la musica può essere uno strumento per elaborare e dare voce al dolore, alla rabbia, alla solitudine, offrendo quindi uno spazio sicuro per chi lotta con la dipendenza.  Dall’altro lato, però, alcuni testi musicali finiscono per glorificare o normalizzare l’uso di droghe e la violenza, influenzando negativamente soprattutto i più giovani.

In età adolescenziale, è facile idealizzare certi artisti che, attraverso le loro canzoni, raccontano stili di vita estremi o autodistruttivi. Se mancano punti di riferimento solidi, questi modelli possono diventare pericolosi, generando un’illusione di forza o successo legata all’uso di sostanze.

Per questo motivo, è importante affrontare anche l’altra faccia della medaglia: la musica come strumento di prevenzione. Percorsi educativi e attività musicali guidate aiutano i ragazzi a sviluppare consapevolezza, autostima e capacità di scelta. Imparare a suonare uno strumento, scrivere canzoni o partecipare a un gruppo musicale rafforza la capacità di resistere alle pressioni sociali e di trovare un modo positivo per esprimersi.

La musica per noi

In conclusione la musica, per molti di noi, non è solo suono: è casa. Ci ha tenuti a galla quando tutto sembrava affondare, ci ha dato parole quando non riuscivamo a parlare, ci ha fatto piangere quando avevamo bisogno di liberarci e ci ha fatto ballare quando il cuore era troppo pieno per stare fermo.

Nella nostra comunità, la musica non è un sottofondo: è una presenza viva. È un abbraccio invisibile che ci unisce anche quando siamo diversi, è un ponte tra storie lontane, tra ferite profonde e sogni continuiamo a cantare, a suonare, ad ascoltare. Perché ogni nota è un passo verso la guarigione, ogni melodia è una mano tesa, ogni canzone è un pezzo di mondo che torna a vibrare dentro di noi. E finché la sentiremo vibrare nei muri, nelle stanze, nei cuori, sapremo di non essere mai davvero soli.