La storia di Paolo: Arsenio Lupin, il carpentiere e John Lennon.

ARSENIO LUPIN, IL CARPENTIERE E JOHN LENNON

Molti degli ospiti delle nostre strutture passeranno Agosto a Cascina Verde, così abbiamo deciso di farveli conoscere per farvi trascorrere un po’ di tempo insieme a questi ragazzi così ricchi di storie da raccontare e di sogni da condividere: sogni fatti di  desideri concreti, di passioni e di serie TV come Arsenio Lupin.
Il primo ragazzo che abbiamo incontrato a Cascina Verde è stato Paolo, o “John Lennon”, come lo ha chiamato una delle ragazze, che ci ha aiutato a portare alcune sedie sotto l’albero che avrebbe ospitato le nostre chiacchierate. Stava leggendo un libro con la copertina in pelle e i fregi in oro dall’aspetto familiare:

“Arsenio Lupin, è il libro della serie che c’è su Netflix. La prima stagione mi è piaciuta moltissimo, spero di riuscire presto a vedere la seconda, ma qui non so se riesco a essere un gentiluomo come Lupin”.                                                                                                                                                                                                                               

E che cosa fai qui?

“Adesso sono all’orto. Mi piace l’orto, ti fa vedere le cose che crescono…sempre se non arrivano le nutrie a mangiartele. Anche se Hakken dice che sono carine. Hakken, hai presente? Quella che mi ha chiamato John Lennon prima… Fuori di qui vorrei fare il lavoro che mi ha insegnato mio padre”.

Allora, John Lennon, è vero che la vita è quello che ti succede mentre stai facendo altri progetti?

“Io ce ne avevo sì di altri progetti. Fuori faccio il carpentiere, disegno le cose che devo costruire, faccio progetti, prendo le misure… ho fatto anche quello della serra, qui. E poi giocavo a calcio, da professionista e non ascoltare Ercole che dice che sono uno scarpone. Lo scarpone è lui, che anche se arriva dal Brasile fa due metri e soffia… Però mi sono fatto male e dal 2010 basta, adesso gioco solo qui ogni tanto. Però avevo fatto un brevetto da sub”.

Hakken qui chiede se è vero che se non stai attento a fare il sub ti vengono gli occhi di fuori come una rana…

“Si chiama decompressione, devi salire lasciando davanti le bollicine se no vince la pressione e sì, ti vengono fuori gli occhi come una rana”.

Hakken ride, e sarà proprio la sua storia quella che racconteremo nel prossimo post.

 

 

 

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