Intervista a Valentina

INTERVISTA A VALENTINA

In questa intervista, abbiamo fatto alcune domande a Valentina, una ex ospite della nostra comunità e in seguito di uno dei nostri appartamenti per il reinserimento.

– Trovi utile questa iniziativa?
Assolutamente sì, soprattutto perché sono gli stessi appartamenti della comunità che ho fatto. Quindi mi conoscevano già, sapevano tutta la mia storia e il mio percorso, i miei punti forti e soprattutto i miei punti deboli su cui lavorare.

– Com’è stato vivere l’impatto tra la vita in comunità e l’esperienza in appartamento?
La comunità è importantissima prima di tutto per l’astinenza e per un lavoro su sé stessi. La comunità è la “teoria”, ma la pratica la si fa davvero quando si è negli appartamenti.
Si è in un luogo comunque protetto, ma si può sperimentare in autonomia quelle che sono tutte le situazioni di vita.
Io sono stata fortunata perché ho potuto sperimentare a 360 ° praticamente quasi tutte le varie situazioni fuori. Dal lavoro, alle uscite, alle amiche, al volontariato, alle vacanze, alla gestione di una casa ecc.
Ed è fondamentale lottare per continuare, anche fuori dall’ambito comunitario, delle abitudini che ci gratifichino e ci tengano occupati, in quei momenti di noia che per noi potrebbero essere molto pericolosi, e sia la comunità che, soprattutto, l’appartamento cercano di inserirti in questo tipo di attività.
È ovvio che siamo noi utenti che dobbiamo attivarci in prima persona, non possiamo aspettare che siano gli educatori a trovarci un lavoro o quant’altro.
Loro ci aiutano e ci sostengono ma non bisogna fare lo sbaglio di pensare che in appartamento siamo gestiti come lo eravamo in comunità, ma trovo che sia giusto così, altrimenti non sarebbe un reinserimento.

– Quali sono i tuoi obiettivi personali?
Prima di tutto continuare con l’astinenza, ho avuto un incontro “fugace” con la sostanza dopo la comunità e dopo gli appartamenti, ma grazie al lavoro che ho fatto su me stessa, oltre che avermi spaventata tantissimo, non mi è piaciuto per niente.
Sono contenta di aver messo definitivamente un punto a quella pagina della mia vita.
Ho avuto diverse problematiche uscita dagli appartamenti, nonostante il lavoro fatto, soprattutto quando ho pensato che un mio reinserimento in famiglia potesse andare bene, ma ho potuto davvero constatare che noi cambiamo dopo un percorso terapeutico, ma le dinamiche e le situazioni che lasciamo fuori non cambiano, e sicuramente uno degli obbiettivi è di continuare a tutelare me stessa da tutte quelle situazioni che in passato mi hanno messo a rischio.
Sono ripartita da zero, concentrandomi su una routine che in comunità è molto presente e utile.
A volte non è facile tenere questo standard ma so che è fondamentale.
Vorrei continuare a fare del volontariato, per continuare ad avere questo senso di stima e fiducia in me stessa, la gratifica del fare del bene e incanalare quello che è il mio altruismo in modo sano.
Sto cercando di investire su quello che ho scoperto in comunità essere un mio talento, il canto.
Ampliare la mia rete sociale con persone che hanno la mia stessa passione, per me che era impensabile l’idea di inserirmi in un gruppo di gente nuova, adesso è diventato molto semplice e gratificante.

– Ritieni utile questa opportunità e la consiglieresti?
Assolutamente sì, è molto utile soprattutto per poter sperimentare in sicurezza e con l’aiuto di persone competenti, quella che è poi la vita reale.
Tanti ragazzi purtroppo non hanno mai vissuto la normalità di una vita fatta di lavoro, reti sociali, gite, gestione economica e gestione di una casa.
Spesso facciamo l’errore di pensare che una volta finita la comunità siamo “guariti”, ma non è così, la nostra sarà una lotta continua per molto molto tempo.
Gli appartamenti ci aiutano a mettere quelle basi concrete per poter iniziare una vita nuova.